Rensō gyō 連想行 e kansō gyō” 観想行, quali sono le differenze?
Solitamente il Maestro Tada alla fine di ogni lezione usa il termine rensō gyō 連想行 (anche イメージトレーニング dall’inglese “Image Training”) per indicare l’esercizio di rivivere con tutti i sensi le tecniche appena praticate durante la lezione. Più che un esercizio di visualizzazione, si tratta davvero di reiterare l’intera esperienza della pratica appena conclusa. Al 60ennale dell’Aikikai d’Italia invece di “rensō gyō” 連想行 il Maestro ha usato il termine “kansō gyō” 観想行, e mi è stato chiesto se potevo spiegare la differenza tra un termine e l’altro. Non sono a conoscenza di scritti, video o altre fonti in cui il Maestro ne parla in modo esplicito, e non sono un esperto di lingua giapponese, ma cercherò di fare il mio meglio.
Si tratta di ovviamente di due termini che puntano alla stessa cosa, ma da un punto di vista linguistico, il primo dei tre kanji cambia: ren 連 al posto di kan 観 . Il kanji ren 連 in rensō gyō 連想行 ha diverse sfumature di significato, tra cui ‘portare con se’ , ‘andare insieme’. Anche il kanji kan 観 in kansō gyō 観想行 ha varie sfumature a seconda del contesto, ma essenzialmente significa ‘osservare’, ‘contemplare’.
Ma fermarsi a evidenziare questa prima differenza non è sufficiente in quanto sono i primi due kanji di ognuno dei termini che devono essere esaminati insieme e che che ci danno il significato più completo: rensō 連想e kansō 観想 (l’ultimo kanji “gyō” 行 in questo contesto si può tradurre semplicemente con ‘esercizio’). Rensō 連想significa ‘associazione’ mentre kansō 観想 significa ‘meditazione’, ‘contemplazione’, nel senso di ‘concentrare la mente su qualcosa e osservarla approfonditamente’. Quindi la differenza si potrebbe riassumere così: rensō gyō 連想行 = Esercizio di associazione, e kansō gyō 観想行= Esercizio di meditazione/contemplazione. Mentre rensō gyō rimanda ad una tecnica di visualizzazione nel senso più ampio e profondo del termine, kansō gyō da più l’idea di un vero e proprio esercizio di meditazione.
Al di là dell’aspetto puramente linguistico, supponendo che entrambi i termini si riferiscano alla stessa cosa, l’elemento forse più interessante per noi praticanti di aikido è comprendere da dove derivano questi termini.
Quando il Maestro, ad esempio durante i Kinorenma, propone esercizi di visualizzazione o esercizi in cui è necessario ricordare, o meglio rivivere, un’intera giornata dalla mattina alla sera, sta praticando il rensō gyō. Egli ci offre un esempio concreto quando ci racconta di una giornata tipo ai tempi in cui praticava con il Fondatore, iniziando dal momento in cui lasciava la sua casa a Jiyugaoka al mattino, fino a quando saliva sul treno diretto al Dojo Ueshiba, si cambiava nello spogliatoio prima della lezione, e così via.
È molto probabile che l’ambito dal quale questo strumento di visualizzazione trae origine sia la sua esperienza presso il Tempukai del Maestro Tempu Nakamura.
Come detto in precedenza, anche il termine kansō gyō 観想行 deriva dalla pratica spirituale e meditativa giapponese ed è composto da due elementi principali:
- 観想 (kansō): significa “contemplazione” o “visualizzazione mentale” e si riferisce a una forma di meditazione in cui ci si concentra intensamente su un’immagine, un’idea o un pensiero.
- 行 (gyō): indica “pratica”, “azione” o “cammino”, spesso utilizzato in contesti di pratica ascetica o spirituale.
L’aspetto che da a questo termine un “sapore” differente rispetto a rensō gyō è che in Giappone, kansō gyō è utilizzato soprattutto nelle pratiche meditative buddhiste, dove viene impiegato appunto per sviluppare la consapevolezza interiore e la visualizzazione. La tecnica consiste nell’immaginare mentalmente un tema o una scena, rievocandolo in modo vivido e dettagliato, al fine di suscitare stati meditativi profondi o comprensioni spirituali. Ad esempio, nel buddhismo esoterico (Mikkyo), il kansō gyō può essere utilizzato per visualizzare divinità o mandala, così da favorire l’identificazione spirituale e la concentrazione.
In attesa di più autorevoli delucidazioni sul tema, al Banyuaiki Dojo useremo questi due termini in modo intercambiabile, come sinonimi.
Colgo l’occasione per una breve riflessione sull’importanza del rensō gyō/kansō gyō che anche noi naturalmente eseguiamo alla fine di ogni lezione al Banyuaiki Dojo. Questo esercizio che il Maestro Tada propone, invita i praticanti a interiorizzare profondamente le tecniche, i movimenti dell’aikido tramite un particolare modo di visualizzare (rivivere), dopo la pratica fisica. Questa ripetizione mentale rafforza la connessione mente-corpo ed è molto utile per vari motivi, tra cui:
1. Approfondire la memoria e l’apprendimento muscolare: La visualizzazione aiuta a rafforzare la memoria muscolare permettendo al cervello di simulare i movimenti senza sforzo fisico. “Rivedendo” mentalmente le tecniche, gli studenti rinforzano le vie neurali, rendendo i movimenti più naturali e fluidi alla prossima esecuzione.
2. Raffinare la tecnica e l’intenzione: Durante l’allenamento, la mente è spesso occupata nel coordinare le azioni del corpo, il che può distogliere dall’intendere gli aspetti più sottili di una tecnica. La visualizzazione permette una contemplazione concentrata sullo scopo, l’energia e l’intenzione dietro ogni movimento, facilitando l’attenzione a dettagli che potrebbero essere sfuggiti.
3. Favorire calma e centratura: La pratica del kansō gyō promuove uno stato meditativo e rilassato, in cui la mente può integrare l’apprendimento della lezione in modo calmo e ricettivo. Questo stato aiuta a passare dall’adrenalina e dall’intensità dell’allenamento a una postura mentale composta e meditativa, in linea con l’enfasi dell’aikido sulla calma, la concentrazione e l’armonizzazione.
4. Costruire fiducia e presenza: per molti, immaginare/visualizzare/rivivere se stessi mentre eseguono tecniche in modo fluido migliora la fiducia in sé e la consapevolezza. Visualizzare se stessi mentre ci si muove con precisione e grazia aiuta la mente a sintonizzarsi su queste qualità anche durante l’allenamento fisico.
Queste pratiche di visualizzazione sono in armonia con l’approccio olistico dell’aikido, che considera mente e corpo profondamente interconnessi. Concludendo una lezione in questo modo, coltiviamo un senso duraturo di tecnica, presenza e concentrazione che va oltre il dojo e si estende alla vita quotidiana.